Dopo l'Assemblea Generale dei Soci sono comparsi numerosi articoli sui giornali riguardo al nuovo probabile assetto duale di Unicoop Firenze. Nessuna rassegna stampa però ha riportato l'articolo de "Il Carrello" che vi proponiamo di seguito.
Vi invitiamo a leggerlo.
Unicoop, rivoluzione al vertice.
La novità dopo il sì dei Soci.
Unicoop Firenze si avvia a sperimentare, se ci sarò l’assenso della base, una forma innovativa di gestione dei vertici dell’impresa, quasi sicuramente la prima esperienza di questo tipo per la cooperazione toscana. Qualcosa di simile nel nostro paese è stato realizzato in grandi istituzioni finanziarie: l’ultima in ordine di tempo è stata la potentissima Mediobanca. In pratica si tratta di procedere a uno sdoppiamento dei vertici, con un consiglio di sorveglianza (ma si potrà chiamare anche in altro modo) e un consiglio d’amministrazione. Nel primo, che prende le decisioni sulle grandi scelte dell’azienda e controlla l’andamento, siederanno i rappresentanti della proprietà. Nel secondo, che si occupa della gestione della Cooperativa, troveremo i manager dell’impresa di via Santa Reparata.
(…) Questa sorta di rivoluzione negli assetti di vertice diventa una scommessa importante per Unicoop, che da un lato la proietta a livello nazionale e dall’altro le permette di disegnare un futuro migliore per le opportunità di governo di quella che è diventata la più grande coop italiana, con i suoi oltre 2 miliardi di euro di vendite realizzate nel 2006. In questo quadro l’azienda riuscirebbe anche a non fare a meno di colui che in moltissimi snodi importanti della sua vita è stato il dirigente di riferimento. Turiddo Campani, con le attuali norme, non potrebbe essere rieletto al vertice della Cooperativa perché pensionato. Ma i rappresentanti della proprietà che vengono nominati nel consiglio di sorveglianza non devono sottostare a limitazioni legate all’età. In pratica, Unicoop snellirebbe i suoi processi decisionali e allo stesso tempo potrebbe continuare a impegnare dirigenti che hanno contribuito a fare grande la cooperativa. Inoltre i manager con più esperienza non fungerebbero da tappo per le nuove leve, visto che il consiglio d’amministrazione avrebbe compiti precisi e responsabilità di tutto rispetto.
B.B.
La novità dopo il sì dei Soci.
Unicoop Firenze si avvia a sperimentare, se ci sarò l’assenso della base, una forma innovativa di gestione dei vertici dell’impresa, quasi sicuramente la prima esperienza di questo tipo per la cooperazione toscana. Qualcosa di simile nel nostro paese è stato realizzato in grandi istituzioni finanziarie: l’ultima in ordine di tempo è stata la potentissima Mediobanca. In pratica si tratta di procedere a uno sdoppiamento dei vertici, con un consiglio di sorveglianza (ma si potrà chiamare anche in altro modo) e un consiglio d’amministrazione. Nel primo, che prende le decisioni sulle grandi scelte dell’azienda e controlla l’andamento, siederanno i rappresentanti della proprietà. Nel secondo, che si occupa della gestione della Cooperativa, troveremo i manager dell’impresa di via Santa Reparata.
(…) Questa sorta di rivoluzione negli assetti di vertice diventa una scommessa importante per Unicoop, che da un lato la proietta a livello nazionale e dall’altro le permette di disegnare un futuro migliore per le opportunità di governo di quella che è diventata la più grande coop italiana, con i suoi oltre 2 miliardi di euro di vendite realizzate nel 2006. In questo quadro l’azienda riuscirebbe anche a non fare a meno di colui che in moltissimi snodi importanti della sua vita è stato il dirigente di riferimento. Turiddo Campani, con le attuali norme, non potrebbe essere rieletto al vertice della Cooperativa perché pensionato. Ma i rappresentanti della proprietà che vengono nominati nel consiglio di sorveglianza non devono sottostare a limitazioni legate all’età. In pratica, Unicoop snellirebbe i suoi processi decisionali e allo stesso tempo potrebbe continuare a impegnare dirigenti che hanno contribuito a fare grande la cooperativa. Inoltre i manager con più esperienza non fungerebbero da tappo per le nuove leve, visto che il consiglio d’amministrazione avrebbe compiti precisi e responsabilità di tutto rispetto.
B.B.
Fonte: Il Carrello, 6 Luglio 2007
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