Si terrà tra l'8 e il 10 ottobre il referendum tra lavoratori e pensionati, a voto segreto, sul Protocollo welfare. Lo hanno confermato gli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, stabilendo anche che le assemblee e le consultazioni si terranno dal 17 settembre al 6 ottobre. I risultati definitivi si avrannno il 12 ottobre.
Nei prossimi post forniremo le motivazioni a favore del si e quelle al favore del no per consentire ai lavoratori di arrivare preparati alle assemblee e relativa consultazione.
1 commento:
I/le lavoratori/trici sono chiamati/e ad esprimere attraverso il voto il consenso o il dissenso a questa ennesima riforma dello stato sociale.
La consapevolezza è che questo accordo soddisfa la parte previdenziale ma non quella del mercato del lavoro rimanendo in piedi norme che precarizzano il rapporto di lavoro.
Dal mio punto di vista rimane la delusione di un governo, formato da una coalizione debole, che non riesce a soddisfare le aspettative sia nel mondo del lavoro che di quello a carattere sociale.
Nel confronto tra sindacato e governo, inizialmente non era stata prevista la discussione del mercato del lavoro, essendo un tema dove il mondo sindacale voleva l'eliminazione delle leggi sfavorevoli per i lavoratori come della legge 30 ecc ecc.
La CGIL ha cercato di non siglare il protocollo nella parte del mercato del lavoro, senza risulatati, ma con l'importante riserva sul mercato del lavoro.
Credo che noi dobbiamo separare i temi in due momenti ben distinti, quello del referendum e quello di rivendicazione su leggi più giuste del lavoro, a prescindere dal risultato referendario.
I lavoratori con quella saggiezza e ponderatezza che hanno sempre dimostrato, sapranno come indirizzare il voto, ma li invito nello stesso tempo a partecipare sia alle manifestazione del 29 settembre a Firenze che di quella prevista del 20 di Ottobre a Roma. Queste manifestazioni non devono esser viste come momenti per far cadere il governo di centro/sinistra ( più di centro che di sinistra), ma come momenti di giusta critica a quei governanti che ci dovono rappresentare ma che hanno dimenticato la strada maestra per riconoscere equità e giustizia ai lavoratori che ad oggi hanno pagato e poco ricevuto.
Menaboi Fulvio
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