La gestione della nostra cooperativa (parte seconda)
In Unicoop Firenze -a nostro avviso- le minacce ad una governance corretta sono attualmente abbastanza evidenti e provengono tutte dalle dinamiche interne. Nel sottolinearle useremo alcune definizioni usate da Parnell link per evitare di essere imprecisi:
“L’informazione”, che –come dice Parnell- “è il carburante della democrazia” risulta scarsa e poco trasparente sulle attività di gestione. Non è un caso la constatazione della difficoltà con cui si riesce a trovare l’elenco dei membri del Consiglio di Amministrazione; A nostro avviso inoltre le assemblee soci non sembrano sufficienti a svolgere un ruolo di controllo, né a consentire che le informazioni arrivino in tempo utile per essere approfondite. Non scordiamoci che “in misura maggiore rispetto alle altre organizzazioni le cooperative hanno il dovere di promuovere l’apertura e la trasparenza dei temi più sensibili per i membri soci”. Il gruppo di lavoro sulla governance in Legacoop link consiglia al riguardo queste iniziative: “l’adozione di sistemi intranet dedicati ai soci, la formalizzazione di incontri pre-assembleari tra CdA e soci per l’approfondimento dei temi all’odg, gruppi di lavoro pre-assembleari, etc”.
Parnell parla poi di “Nepotismo e favoritismo” come minaccia alla corretta governance all’interno delle organizzazioni cooperative ed anche questo pare un rischio reale.
“Leader o gestori incompetenti”: altra minaccia alla governance delle organizzazioni cooperative attuali in cui le competenze sono sovente delegate alle società di consulenza mentre ai responsabili è richiesto il semplice buonsenso o anche qualcosa di meno. Spesso e volentieri alle società di consulenza esterne si tendono ad attribuire le responsabilità connesse a decisioni “scomode” che in tal modo possono essere attuate dai dirigenti senza vere e proprie assunzioni di responsabilità.
“Soggetti eccessivamente potenti che potrebbero abusare della loro posizione”. C’è la necessità di riequilibrare i soggetti trainanti della gestione e in questo, come vedremo, il sistema duale può effettivamente dare una mano.
“Leader che non mollano il loro potere.” E’ utile ricordare che esiste in Legacoop la proposta per limitare la durata e il numero dei mandati. In effetti in ogni organizzazione in cui il potere si basa sulla rappresentanza esiste una necessità di ricambio al vertice per numerosi motivi facili da immaginare. L’unico status che legittima permanenze lunghe al vertice è quello di “proprietario” e non ci sembra questo il caso delle cooperative. Se un presidente del consiglio rimanesse per lustri e lustri pensereste di essere in una monarchia costituzionale più che in una democrazia… Parnell consiglia di limitare i mandati a due di tre anni e in casi eccezionali dare la possibilità di un terzo mandato per un totale di 9 anni al massimo.
Il Codice Civile prevede tre sistemi di amministrazione e controllo (il sistema ordinario; il sistema dualistico; il sistema monistico), e consente alle cooperative di decidere liberamente su quale sia il modello più adatto alla propria gestione.
Il sistema duale propone la creazione di due organi, uno di controllo che rappresenta la proprietà (i soci) con rappresentanti eletti e uno di gestione con i manager non eletti e –al limite- con soggetti esterni alla cooperativa. Questo secondo organo risponde al primo che dà le direttive strategiche ma non interferisce nella gestione. Rispetto ai problemi attuali ci sembra che questa proposta tenti positivamente di ovviare ai problemi della scarsa professionalità dei leader e del loro ricambio. La proposta duale cerca inoltre di introdurre un organo che assolva più esplicitamente ad una funzione di equilibrio e controllo oltre che permettere una più chiara definizione delle responsabilità. Questa in effetti è l’opinione più diffusa e avallata anche dalla dirigenza UnicoopFirenze anche se ci sono altre voci fuori dal coro: secondo l’opinione di Luigi Marino presidente di Confcooperative link questo sistema di gestione non è adatto alle grandi coop.ve di consumo come la nostra perchè acuisce il problema principale ovvero una effettiva rappresentanza dei soci, allontanandoli ancora di più dalla gestione; già problematica di per sè. Secondo altri commentatori poi sarebbe solo un modo per avere più poltrone da spartire tra i vari gruppi di interesse.. Vedremo se il sistema duale sarà davvero un miglioramento come pare presentarsi sulla carta, l’importante è capire che la governance di Unicoop Firenze riguarda tutti i soci, e a nostro avviso sarebbe necessario che un argomento così cruciale venisse dibattuto in maniera più trasparente e con una più chiara ed esplicita volontà di informare tutti i soci; tale volontà a volte risulta di così difficile individuazione -al di là dei facili proclami- che la circostanza dà adito a molte riflessioni.
Di seguito alcuni link di fonti sull'argomento (senza la pretesa dell'esaustività), nel caso qualcuno voglia approfondire:
http://www.universocoop.it/default.asp
http://www.rassegna.it/2006/attualita/articoli/cooplapadula.htm
http://www.questotrentino.it/2005/13/Coop.html
http://www.cslegacoop.coop/allegati/Segnalazioni/Dove%20vanno%20le%20coop.pdf
Nel futuro parleremo dell’organizzazione di Unicoop Firenze, un punto debole sul quale secondo noi potrebbero essere scritti utili* e corposi volumi di pratiche e modelli organizzativi da evitare assolutamente nel caso si ricerchi l’efficienza dei processi e la valorizzazione delle risorse umane.
* da intendersi purtroppo come utili alle altre imprese per evitare gli stessi errori...
A presto
3 commenti:
Ho letto su Il sole 24 ore di qualche giorno fa' un articolo che parlava del sistema duale. Ma quale è il motivo vero di tale trasformazione? Anche sul quotidiano, come sul vostro primo post si parla di ulteriore possibilità del presidente di rimanere ancora alla guida...
Complimenti per la chiarezza espositiva e per i link correlati! Almeno qualcuno ne arla di sta' roba...
ciao
Il motivo vero? meglio cambiare perchè tutto resti come prima.
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