giovedì 19 novembre 2009

La grande distribuzione e l'influenza


Intervista a Piero Forconi , direttore del personale di Unicoop Firenze

Si comincia a sentire da voi l'effetto dell'influenza A?
Ad oggi non registriamo sensibili variazioni delle assenze riconducibili direttamente all’influenza A, semmai essendo donna il 65 per cento del personale di Unicoop Firenze, registriamo un leggero aumento delle assenze per accudire i figli.

Avete informato in qualche modo il vostro personale sul rischio dell'influenza A?
Il fondo Coopersalute, al quale sono iscritti tutti i lavoratori di Unicoop ha inviato a domicilio di tuti i dipendenti un folder illustrativo sulle caratteristiche dell’influenza e sulle indicazioni di comportamento che raccomanda il ministero della Salute.

Come pensate di assicurare la continuità delle vostre attività? Quali le vostre strategie organizzative? Nel caso di picchi di assenze a quali risorse ricorrerete?
Essendo la nostra attività ad alto contenuto di lavoro e per di più rivolta al pubblico non possiamo avere alcuna possibilità oltre quella di sostituire il personale assunto. Ovviamente se le percentuali di ammalati si alzassero notevolmente, ed è ragionevole pensare che ciò accadrebbe anche al di fuori rendendo difficoltosa la sostituzione del personale ammalato, attueremo alcune “restrizioni” nel servizio offerto al pubblico. Andremo a penalizzare via via i reparti ad alto contenuto per concentrarci sui reparti e/o sule modalità di vendita a libero servizio. Per le risorse ricorreremo a contratti a termine e interinali.

Dovesse arrivare una pandemia influenzale in azienda come provvederete?
Avendo una rete di cento punti vendita in un ambito piuttosto ristretto (sette provincie toscane) e potendo utilizzare una diffusione, sia territoriale che temporale, a macchia di leopardo cercheremo di distribuire la forza lavoro nella maniera più razionale possibile al fine di garantire i servizi ai soci e clienti. Abbiamo costituito un “comitato di crisi” composto da varie funzioni aziendali sotto la guida della D.R.U. che si riunisce, ad oggi, una volta a settimana. Abbiamo tenuto un profilo “basso” perché pensiamo che gli impatti non saranno molto diversi da quelli delle normali influenze e tutto il parlarci intorno, magari mettendo sempre l’accento sul nesso influenza-morte, rischia di servire solo ad alimentare le paure e a scatenare il panico

Fonte: miojob.repubblica.it

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