sabato 21 novembre 2009

Incontro per il rinnovo del contratto integrativo del 19 novembre



PER OPPORTUNA CONOSCENZA DELLE/I LAVORATRICI/ORI INTERESSATI.


PREMESSA AL DOCUMENTO.
Nella speranza che venga presto messo in produzione in maniera ricorrente e puntuale un documento unitario, riassuntivo degli argomenti trattati e delle posizioni sostenute dalle parti, ma prima di tutto con la finalità di mettere a conoscenza i Lavoratori di Unicoop Firenze sull’evolversi della trattativa, scriviamo e diffondiamo quanto segue.


In data 19 novembre ’09 si è svolto presso la sede di Scandicci di Unicoop Firenze un ulteriore incontro per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
Per la Cooperativa erano presenti il Direttore delle Risorse Umane Forconi Piero, assistito da Picchietti Fabrizio, Ancinotti Giampaolo e Romagnoli Ilaria. In rappresentanza dei Lavoratori erano presenti i Segretari Regionali Angelini Dalida per la Filcams-CGIL, Mazza Gianfranco per la Fisascat-CISL e una delegazione delle RSU di Unicoop Firenze. Erano inoltre presenti in veste di ascoltatori, Guidi Stefano di ANCC-Coop e la responsabile del personale della società INRES.

Come avvenuto negli incontri precedenti, gli argomenti sono stati trattati in maniera interlocutoria, pertanto non è ancora stato raggiunto alcun accordo sulle questioni affrontate e né, tantomeno, è stato redatto alcun testo.

Nell’incontro del 19/12 sono state trattate le seguenti questioni: gestione ferie e permessi, gestione ore in conto recupero, trasferimenti e brevi trasferte, parcheggi per i dipendenti, sicurezza nei luoghi di lavoro, gruppi dirigenti. Gli argomenti sono stati esposti e sviluppati sulla base dei contenuti scritti nella piattaforma rivendicativa (il documento è reperibile all’interno dell’area download di questo blog).
Ma l’argomento che sicuramente ha catalizzato l’attenzione maggiore è stato quello del lavoro domenicale e festivo. Come enunciato in piattaforma, la proposta della parte sindacale consiste nel “mantenere quanto previsto dall’accordo di gruppo per quanto riguarda: la contrattazione del calendario degli organici necessari, la straordinarietà e la volontarietà della domenica, incrementando la maggiorazione finalizzata all’incentivazione della disponibilità trimestrale”. E’ stato inoltre aggiunto che “l’accordo dovrà prevedere il superamento dell’obbligo contrattuale individuale del lavoro domenicale e l’abolizione del ricorso ai contratti interinali”.
Dal canto suo la Direzione della Cooperativa ha manifestato la volontà a volersi distinguere in positivo per quanto riguarda le aperture domenicali e festive, impegnandosi a raggiungere un accordo che vada incontro alle esigenze dei propri dipendenti e che, anche all’esterno, dimostri un atteggiamento diverso rispetto a quanto attuato dai competitori in materia. Tuttavia, ha affermato che il concetto di volontarietà del lavoro domenicale e festivo debba essere superato provando ad applicare, pur se con qualche modifica tecnica, uno dei modelli di accordo sul lavoro domenicale già esistente in alcune realtà di Unicoop Firenze.

Giunti a questa fase della trattativa sono stati affrontati tutti gli argomenti elencati nella piattaforma rivendicativa.

Nel corso del prossimo incontro, che si svolgerà il 2 dicembre p.v. sempre a Scandicci, verranno trattati argomenti proposti dalla Direzione della Cooperativa e non ancora dibattuti quali: minimercati e superette, contratti di avvio in occasione di nuove aperture e disciplina delle assemblee sindacali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

siamo sempre all'inizio è presto per dare un giudizio ma non mi piace sentire che in questi incontri si parli dei gruppi dirigenti :-( e non mi piace il finale sulle domeniche dove si dice di applicare gli accordi, pessimi, già fatti in alcuni negozi di unicoop .... credo che con se la domenica non rimarra veramente facoltativa e pagata bene la cigl subirà una emoragia di iscritti
A.P.

Anonimo ha detto...

Esselunga. Mobbing: la cassiera mente o no?

I responsabili del supermercato negarono davvero alla donna di andare in bagno. Ma per il giudice non è reato

I giornali non hanno dubbi: «La cassiera si inventò tutto». Questi i titoli di oggi che si riferiscono alla vicenda di un’impiegata part time dell’Esselunga di viale Papiniano a Milano, che nel febbraio 2008 denunciò i propri responsabili per mobbing: l’avrebbero costretta a farsi la pipì addosso in cassa negandole per un’ora e mezza il permesso di andare in bagno. La donna (un’italoperuviana di 45 anni) aveva anche denunciato di essere stata picchiata, giorni dopo, da uno sconosciuto nello spogliatoio del supermercato; per le lesioni subite, accertate in pronto soccorso, la prognosi era stata di 10 giorni.
Lunedì 16 novembre arriva la sentenza: il gip Maria Grazia Domanico archivia le accuse contro i responsabili del punto vendita e i mass media applaudono: macché mobbing, la cassiera ha mentito, si è inventata tutto, e oltretutto aveva anche qualche problema personale. Ma è davvero così? Vediamo di ricostruire la vicenda con le stesse parole del giudice che ha archiviato le accuse contro Esselunga. Sicuramente la donna soffriva di disturbi psicologici, per i quali era stata in cura per diversi anni. Questo è assodato. Tuttavia non basta per darle della bugiarda (e ci mancherebbe). Scrive il gip, dicendosi sicura del fatto che le indagini «hanno consentito di ricostruire in termini sufficientemente precisi l’episodio»: la cassiera «ebbe a richiedere per circa un ora e mezza di essere sostituita alla cassa dovendosi recare in bagno», permesso che le fu negato (dunque non mentiva); per il giudice però «a tale condotta non può essere ricondotta alcuna fattispecie di reato». È vero che non poté andare alla toilette per il «no» dei superiori, ma niente di male, era nel loro diritto farlo. Occhio dunque, dipendenti di tutta Italia, se vi scappa la pipì sul lavoro dovete tenervela. Quanto all’episodio dell’aggressione, definita dal giudice «più inquietante» – quindi ci fu, anche questa – «l’autore del fatto non è stato identificato e pertanto va accolta la richiesta di archiviazione».
Il gip – come sottolineano tutti i giornali – non nasconde di condividere «le perplessità del pubblico ministero circa la dinamica dei fatti così come ricostruita dalla vittima», che è spesso caduta in contraddizione raccontando la propria vicenda. Su due punti tuttavia non ci sono dubbi: il divieto di andare in bagno e il pestaggio. Ma che volete: non è mobbing.
Articolo di Gabriella Meroni “Esselunga. Mobbing: la cassiera mente o no?” pubblicato il 17/11/2009 sul sito www.vita.it

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