giovedì 22 ottobre 2009

Dipendenti "controllati". Unicoop Firenze condannata


Pubblichiamo di seguito due articoli comparsi oggi su alcuni quotidiani nazionali, riguardo una sentenza della Corte d'Appello di Firenze che accoglie il ricorso di due Dipendenti del magazzino di Scandicci di Unicoop Firenze.
Purtroppo dobbiamo registrare ancora una situazione vertenziale che coinvolge, esponendola in negativo, Unicoop Firenze.
La domanda che purtroppo viene spontaneo porsi è la stessa che è rimbalzata da più parti in seguito alla vicenda dell'ingiusto licenziamento di alcuni dipendenti, sempre del magazzino di Scandicci, "colpevoli" di aver mangiato qualche merendina prelevata dalla "gabbia dei rotti". Ma chi paga tutte queste cause (perse) e relative spese legali frutto di una politica che negli ultimi anni sta facendo registrare un incomprensibile inasprimento delle relazioni tra Cooperativa e dipendenti? La domanda è ovviamente retorica. A pagare sono i Soci di Unicoop Firenze! Ma a farne le spese rischia di esserlo in maniera più ampia, anche l'insegna Coop presente su tutto il territorio nazionale.
E' giusto continuare così ci domandiamo? Gradiremmo sapere anche cosa ne pensano i lettori del blog. Per il momento vi rimandiamo alla lettura dei due articoli.


L'UNITA'

DIPENDENTI CONTROLLATI
UNICOOP CONDANNATA

I carrelli "computerizzati" per trasportare la merce in dotazione al magazzino Unicoop di Scandicci violano l'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori, che vieta il controllo a distanza dei dipendenti. Questa la sentenza della Corte d'Appello di Firenze che ieri ha raccolto il ricorso di due lavoratori del magazzino di Scandicci, assistiti dall'Avvocato Danilo Conte. Il sistema informatico dovrà essere quindi modificato in modo che il computer registri la quantità di merce trasportata e quella eventualmente mancante all'appello, ma "non dovrà consentire l'individuazione nominativa dell'utilizzatore del carrello".


LA REPUBBLICA

C'era un grande occhio nel magazzino di Unicoop di Scandicci che spiava il lavoro dei dipendenti. Così ha sentenziato la corte d'appello di Firenze che ha condannato Unicoop a modificare il sistema di videoterminali e radiofrequenza che dovrebbe essere impiegato per controllare la movimentazione delle merci, ma che sarebbe stato utilizzato anche per vigilare sul lavoro dei dipendenti. Il tutto in violazione dell'articolo 4 dello statuto dei lavoratori che vieta controlli a distanza.

Sui grandi carrelli nei quali i dipendenti del magazzino di Scandicci caricano la merce prelevata dagli scaffali e da inviare ai negozi sono installati dei lettori che, tramite radiofrequenza, inviano informazioni ad un videoterminale per controllare le quantità della merce prelevata. L'operatore aziona il sistema passando sul lettore il proprio badge personale e così, tramite questo sistema, la direzione del magazzino identifica i movimenti della merce con un operatore ben preciso.

E' capitato che questo abbia provocato sgradevoli scambi di battute: "Com'è che sei fermo da venti minuti?" ha rimproverato una volta un capo ad un operatore.
"E tu come fai a saperlo?" ha rilanciato quest'ultimo. "Lo vedo al computer" la risposta.
"Ma tu dal computer non puoi vedere che sono fermo perché sono in fila dietro ad altri colleghi, in attesa di caricare".

Un controllo a distanza, dunque e per giunta incompleto. Su questa base due dipendenti, assistiti dall'avvocato Danilo Conte, avevano intestato causa del lavoro contro Unicoop Firenze, invocando la violazione dell'articolo 4 dello statuto dei lavoratori. Hanno perso il primo grado, ma si sono rifatti in appello. Per i giudici il sistema così com'è congegnato non va bene.
"Basterà - spiega l'avvocato Conte - togliere la relazione tra il badge e il carrello, perché la direzione abbia comunque informazioni utili sulla movimentazione delle merci evitando di controllare il dipendente".

Unicoop sostiene di aver già modificato il sistema. I lavoratori hanno esibito documenti che proverebbero il contrario.

Comunque sia, adesso c'è il verdetto del giudice che impone di cambiare.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

non sara' certo l'unico sopruso che l'uniccop applica sui lavoratori,tutti lo sappiamo

FRANCESCO ha detto...

LA DOMANDA E' RETORICA MA AFFATTO SCONTATA. CHIEDIAMOCI SE E QUANTO I SOCI SIANO EFFETTIVAMENTE E CORRETTAMENTE INFORMATI DI TUTTO CIO'.CHIEDIAMOCI SE E QUANTO QUESTO IMPORTI VERAMENTE AI SOCI, O SE L'UNICA COSA CHE AD ESSI STA A CUORE SIA L'OFFERTA IN CORSO.
SI PUO' SPERARE DI RIUSCIRE A SVEGLIARLI DAL TORPORE IN CUI SEMBRANO CADUTI?
POSSIBILE CHE NON SI ALZI UNA QUALCHE VOCE INTERROGATIVA, NEANCHE IN CONSEGUENZA AL PRIMO BILANCIO NEGATIVO DI UNICOOP FIRENZE DOVUTO ESCLUSIVAMENTE AI PROPRI INVESTIMENTI FINANZIARI?
POSSIBILE CHE NESSUNO SI CHIEDA COME VENGONO INVESTITI I RISPARMI VERSATI SUI CONTI SOCI-COOP?
E INFINE CREDO SIA NECESSARIO FARE DI PIU' PER FAR TRASPARIRE IL MALUMORE DI MOLTI DIPENDENTI ALLE PRESE CON RAPPORTI SEMPRE PIU' DIFFICILI CON LA COOPERATIVA, SOPRATTUTTO DA PARTE DEI SINDACATI.
NON DOBBIAMO AVER PAURA DI DENUNCIARE LE IMPERANTI IPOCRISIE!

Anonimo ha detto...

apertura di porte interne con badge nominativo .... se vado in bagno 5 volte lo sanno ...secondo voi è legale ?

Anonimo ha detto...

Vi consiglierei una bella denuncia all'ispettorato del lavoro se questi controlli,per me illeciti,dovessero persistere.
Antonio

Anonimo ha detto...

bisogna aggiungere che questo sistema elettronico era stato introdotto con un accordo sindacale.....

Anonimo ha detto...

"bisogna aggiungere che questo sistema elettronico era stato introdotto con un accordo sindacale....."

Vero, ma questo non implica certo che fosse consentito il controllo, contravvenendo all'art. 4 dello statuto dei lavoratori.

Ora ci si dovrebbe aspettare che il sindacato intervenisse e verificasse affinché la sentenza del trib. del lavoro venga effettivamente applicata, rendendo impraticabile il controllo a distanza.

Secondo voi lo faranno?

Anonimo ha detto...

Scusate, ma se il sindacato non è ancora intervenuto di sua iniziativa, ai lavoraotri del magazzino della Coop non interessa sollecitare tale intervento? Se anche loro non chiedono nulla allora sta cosa non interessa proprio a nessuno!

Anonimo ha detto...

Forse non è chiara la questione: a fare vertenza sono stati due lavoratori del magazzino di propria iniziativa. Quello che si era limitato a fare (all'epoca) il sindacato, fu una lettera (tra l'altro un pò contraddittoria) che "ricordava" all'azienda che il sistema di radiofrequenza non poteva essere usato per il controllo dei dipendenti. Quindi il sindacato è stato testimone e partecipe della storia, peccato tutto è finito lì... adesso, da dipendente, gradirei vedere un interesse da parte della Cgil e delle altre confederazioni a rendere effettiva la sentenza della Corte d'appello, visto che adesso anche la legge ha dato ragione a questi due lavoratori che si sono esposti personalmente nella vicenda.

Anonimo ha detto...

C'è senza ombra di dubbio un problema all'interno dell'intera GDO ma che diventa grave in tutto il mondo COOP, da nord a sud Italia.
Andrebbero accertati la presenza di "accordi" per la presenza e la "moltiplicazione" dei sistemi di videosorveglianza, etc ovunque.

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