Il Sole 24 Ore
martedì 31 luglio 2007
Pagina 21 - Economia e impreseCommercio -
L'allarme nel settore Gdo
MILANO«Delle tante sbandierate liberalizzazioni alla fine abbiamo visto ben poco. Si sono fermati ai panificatori e ai farmaci nei supermercati. per il resto è tutto fermo, immobile, in attesa che il Senato trovi la forza, se mai la troverà, di farle diventare legge». Paolo Barberini,nato a Napoli nel 1959, è presidente di Federdistribuzione, l'associazione della grande distribuzione che rappresenta 18.700 esercizi commerciali, 320mila addetti e il 17,5% della quota del mercato italiano. «Servono segnali di svolta a sostegno della concorrenza e dei consumi delle famiglie, altrimenti - spiega Barberini - l'urto dei maggiori costi di energia, tariffe e costo del lavoro potrà risultare davvero pesantissimo».Un esempio. Per l'autunno sono già stati annunciati una raffica di rincari. Primi fra tutti quelli dei cereali (+20-30%), e del latte (+20%). «Stavolta lo diciamo chiaramente e in anticipo: sarà difficile ammortizzare gli incrementi dei prezzi come abbiamo fatto negli ultimi anni». Barberini è preoccuparo, ricorda come dal 2000 al 2006 i prodotti confezionati e di libero consumo abbiano reagistratoaumenti mediridottissimi, tra lo 0,5 e lo 0,6%, rispetto a un'inflazione che si è attestata sul 6,3% e a costi di servizi e tariffe che hanno subito un'impennata del 15,4 per cento. Alfine di sprigionare nuove risorse su un mercato sempre asfittico, Federdistribuzione chiede la riduzione della pressione fiscala per le famiglie, l'inasprimento della lotta all'evasione e la riduzione della spesa pubblica unita a un processo di maggiore efficienza della pubblica amministrazione. E punta il dito contro ciò che rimane da fare nel cammino dell'apertura del mercato. Una vera e propria emergenza è il continuo e incondizionato aumento dei costi energetici. Nel solo 2006 la crescita è stata del 10,5% grazie al +14% fatto segnare dalle bollette elettriche e al 7,5% del gas. «Per questo - sottolinea Barberini - diventa urgente mettere mano alle liberalizzazioni in settori strategici come appunto quello dell'energia, delle banche e delle assicurazioni».Altro elemento di difficoltà è il protocollo su welfare e occupazione siglato recentemente dal Governo. «Alcuni punti - spiega Barberini - penalizzano oltre misura un comparto come il nostro che ha un'incidenza del costo del lavoro tra il 13 e il 15 per cento». In particolare è la previsione del passaggio automatico da tempo determinato a quello indeterminato a creare molta apprensione. «Per carità, è giusto porsi l'obiettivo della riduzione della precarietà ma questo deve essere gestito come un percorso interno all'azienda, come riconoscimento del lavoro svolto. Anche noi vogliamo trattenere i collaboratori più bravi ma questo non può essere fatto tramite un'imposizione legislativa».Stesso discorso per ciò che riguarda l'introduzione di una penalizzazione contributiva per il part-time a tempo ridotto. «Uno strumento prezioso per il nostro settore che vive di stagionalità, di flussi e di necessaria flessibilità. Così - continua il presidente di Federdistribuzione - si buttano fuori dal mercato del lavoro tutti quei giovani o quelle donne che fanno del part-time una parte importante della loro organizzazione lavorativa e che sono vitali per le nostre aziende».Tutto questo accade proprio mentre si sta faticosamente portando avanti la lunga trattativa pe il rinnovo contrattuale del commercio. «Un momento importante che vede finalmente la possibilità di introdurre innovativi fattori di premialità. Cerchiamo di andare avanti quando il contesto ci porta indietro - conclude Barberini - anche se forse, per il valore che porta al Pil del Paese, questo settore meriterebbe maggiore attenzione»
Nessun commento:
Posta un commento