giovedì 19 giugno 2008

Lettera ai Soci di Unicoop Tirreno

Cari/e soci/e Coop, 

vi scriviamo questa lettera per portarvi a conoscenza di alcuni aspetti di cui riteniamo giusto voi veniate al corrente.

Ci sentiamo in dovere di farlo, consapevoli che, quando qualcuno di voi, nelle assemblee delle sezioni soci della nostra provincia, avanza richieste di delucidazioni sulle politiche dell'azienda riguardanti i lavoratori, le risposte che vi vengono fornite dai vertici sono sempre un mix di belle parole, travisamento della realtà, minimizzazione dei problemi.

La recente svolta verificatasi nella nostra azienda, con la scelta da parte di Unicoop Tirreno di ricorrere dal mese prossimo alle agenzie interinali, rappresenta un mutamento radicale nel modo di concepire il lavoro da parte della cooperativa. Non che le politiche aziendali degli ultimi anni non lasciassero presagire il peggio (la precarietà era già da tempo presente su larga scala), ma questa sterzata ha un (dis)valore etico inquietante.

In un momento storico in cui da tutta Italia proviene forte il grido di allarme per guarire la nostra società e il nostro sistema economico dal cancro della precarietà, Unicoop Tirreno compie infatti un passo gigantesco nella direzione esattamente opposta.

Con questa mossa l'azienda riesce a risolvere il problema dei tantissimi dipendenti che, come noi, da anni vanno avanti con contratti a tempo determinato e che si stavano avvicinando ai limiti per l'assunzione obbligatoria.

Sembra difficile da credere, ma è proprio così. Persone che da anni aspettano di essere assunte e che vedevano ormai vicino il traguardo, si ritrovano ora punto e a capo, senza speranze per il futuro, senza certezze, con la prospettiva di ulteriori ostacoli nella vita di tutti i giorni (sappiamo bene che, quando pronunci la parola "interinale", le banche e chi ti può dare prestiti quasi ti buttano fuori dalle filiali), ma soprattutto con cinque anni di più sulle spalle, che in una vita lavorativa pesano come macigni.

Ci viene detto di stare tranquilli, ma voi lo sareste? Ci sentiamo promettere da anni cose che poi non vengono mai mantenute, come facciamo a credere ancora che andrà tutto bene? Non avremo più un rapporto diretto con l'azienda, ma con un'agenzia. Niente più tutele, niente più diritti. Da un giorno all'altro potremmo sentirci dire che siamo a casa definitivamente, senza che nessuno sia obbligato a darci spiegazioni. E i nostri mutui? I nostri figli? I nostri progetti? Ci sentiamo catapultati in un tunnel dove vedere la luce è difficile.

Vi preghiamo, non rispondeteci che ormai è così dappertutto. Da un socio Coop che crede in certi valori non possiamo sentircelo dire.

Purtroppo, oggi, la Coop è questa. Un'azienda che aggira le norme di legge tramite il ricorso a strumenti di sfruttamento puro (non dimentichiamo infatti che l'interinale è a tutti gli effetti un caporalato legalizzato). Un'azienda che decide di investire su tutto tranne che sui lavoratori. Un'azienda che purtroppo non si distingue più dalle altre.

E che la Coop è questa, è giusto che voi lo sappiate.

Siamo consapevoli di cosa vi sentite rispondere quando alzate la mano nelle assemblee e ponete questi problemi: "se volete i prezzi bassi è così".

Beh, vi chiediamo per favore di non farvi prendere in giro con queste castronerie. Il costo del lavoro, considerata la sua bassa incidenza sui bilanci, non c'entra niente con le politiche dei prezzi.

Nei nostri turni di lavoro sentiamo piuttosto continue lamentele da parte di soci e clienti sui prodotti che mancano dai banchi e sul servizio pessimo, e questo è dovuto agli organici sempre più ridotti all'osso.

Non c'è dunque personale in esubero che giustifica una scelta come questa. Il personale non è sufficiente! Noi che in Coop ci lavoriamo potremmo parlarvi per ore di quelle che invece sono le reali cause degli ammanchi, ossia sprechi, scelte sbagliate, ristrutturazioni continue che allontanano i clienti.

Magari per tanti di voi questa lettera passerà inosservata. Colpirà forse solo quei soci che hanno figli o parenti nelle nostre condizioni. Molti finiranno di leggere e rimarranno dell'idea che "la Coop è sempre la vecchia Coop".

Se così sarà, ne prenderemo atto, consapevoli che almeno a sensibilizzarvi ci abbiamo provato. Ma se invece così non è, se questa lettera in un modo o in un altro vi ha fatto capire come stanno le cose, se vi sentite in dovere di far presente che "la Coop non è questa!", allora portate la nostra voce nelle assemblee dei soci, scrivete negli spazi che vi sono riservati, sosteneteci in qualche maniera, prima che sia troppo tardi.

Ve ne saremmo enormemente grati.

  

I DIPENDENTI PRECARI IPERCOOP FONTI DEL CORALLO

1 commento:

Anonimo ha detto...

In questa lettera c'è la giusta sintesi di quello che è realmente la coop , altro che la splendida azienda che offre prodotti migliori, di qualità e prezzi minore............tutto un lavoro di un'inutile facciata che offre solo precariato a gente che ormai da anni ne ha piene le scatole.......amio parere belli fuori ma sporchi dentro......by un dipendente ipercoop

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