Ma le coop si sono sempre difese, sostenendo come la loro quota di mercato sia rimasta costante negli anni, a fronte dell'irrefrenabile affermazione di gruppi come Carrefour o Auchan, il cui successo dimostrerebbe la vitalità competitiva del settore della grande distribuzione. Fatto sta che la Commissione europea ha deciso di vederci chiaro. Non tanto per quel che riguarda le cooperative di piccole e medie dimensioni, quelle assimilabili alle pmi con meno di 250 addetti e un fatturato annuo fino a 50 milioni di euro. Bruxelles vuole piuttosto fare luce «sulle misure riguardanti le grandi cooperative, che - si spiega in una nota - sembrerebbero non essere più in linea con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato». Non si tratta di «nuove misure», sottolinea Bruxelles, ma di «aiuti esistenti», cioè entrati in vigore prima del trattato Ue: dunque, non esiste alcun rischio che debbano essere rimborsati. Ma l'esecutivo europeo potrebbe chiedere di eliminarli.
Le agevolazioni fiscali sotto esame riguardano in particolare una serie di norme che permettono l'abbattimento del reddito imponibile. «Nelle grandi linee - spiegano i servizi dell'Antitrust Ue - la Commissione riconosce l'importanza e il contributo significativo delle cooperative all'economia e alla società in generale. È quindi possibile distinguerle dalle imprese lucrative, specie quando si tratta di cooperative mutualistiche pure, che realizzano redditi esclusivamente con i propri membri». Ma è anche vero che «malgrado la loro specificità, le cooperative realizzano utili anche tramite attività con "non membri" e hanno un comportamento sul mercato analogo a quello delle imprese lucrative». Per questo per i tecnici di Bruxelles «in queste circostanze, un trattamento preferenziale a beneficio delle cooperative costituisce un aiuto di Stato». Aiuto che però «può ritenersi compatibile se il proprio effetto negativo per la concorrenza e gli scambi è controbilanciato dagli effetti positivi in termini di contributo delle cooperative alla realizzazione di obiettivi sociali». Questo, conclude la Commissione Ue, si ritiene sia il caso delle piccole e medie imprese, che costituiscono la stragrande maggioranza delle cooperative».
Fonte: IlMessaggero.it
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