I LAVORATORI DEL COMMERCIO, DEL TURISMO, DELLE PULIZIE DANNO VITA A UNA GRANDE MANIFESTAZIONE. PER LA PRIMA VOLTA CON LA PRESENZA DEI SEGRETARI CONFEDERALI DI CGIL CISL UIL
Attendevano 4000 persone, alla manifestazione organizzata a Roma, al Palalottomatica all'Eur, da Filcams Fisascat Uiltucs venerdì 11 maggio. Ne sono arrivate 6000, lavoratori e lavoratrici in rappresentanza dei 3 milioni di occupati nel commercio, nel turismo, nelle pulizie, i settori del terziario che chiedono a gran voce il rinnovo del contratto nazionale.
Una prima volta, per Filcams Fisascat Uiltucs (e Uiltrasporti relativamente al contratto delle pulizie), una manifestazione di portata nazionale che raggruppa le istanze congressuali di più contratti. Di fatto la messa in comune, e il raggiungimento di una massa critica, proprio nel terziario, il settore della frantumazione e della dispersione lavorativa.
Ma anche una prima volta per la presenza contemporanea, a una manifestazione delle tre federazioni del terziario, dei segretari generali confederali di Cgil Cisl Uil.
Epifani, Bonanni, Angeletti hanno parlato inframmezzati ai segretari generali di categoria, Ivano Corraini, Filcams; Pierangelo Raineri, Fisascat; Brunetto Boco, Uiltucs; Ubaldo Conti, Uiltrasporti.
Comune ai tre segretari confederali la denuncia del silenzio «della classe dirigente e dei giornali» sulle condizioni e i problemi dei lavoratori, e di contro la presenza sempre più invadente di chi, economisti e commentatori, «ci fa la lezione ogni giorno».
Lezioni anche di etica, e «di scontro sull'etica – ha ricordato Raffaele Bonanni – peccato che nessuno si chieda se è etico pagare 600 euro lordi al mese». Ha poi anche aggiunto, Bonanni: «Chiedono flessibilità, e Dio sa quanta ce n'é nei vostri settori, ma per concederne ancora ce la devono pagare molto molto di più».
«Flessibilità del lavoro?» si è chiesto Luigi Angeletti. «Un posto di lavoro – ha affermato – è occupato perché l'impresa ha bisogno di coprire quel posto, quella funzione. E allora, perché flessibile, anche se il posto ci sarà finché dura l'impresa? Perché così lo si può tenere sotto ricatto».
«Spesso, i vostri, sono lavori al limite – ha riconosciuto Guglielmo Epifani –, penalizzati sindacalmente dalla mancanza di visibilità ». È dunque un atto di slealtà sociale non rinnovare i contratti.
«Lo scontro – ha detto Epifani – non è sui soldi, è che vogliono mettere in discussione sicurezza, orari, flessibilità ».
Secondo Epifani, in ballo c'è una questione di libertà. Per gli economisti alla moda c'è bisogno di libertà per i privilegiati, «per quelli che ricevono». Noi vogliamo libertà per tutti, «non solo per chi riceve ma anche per chi dà, come i lavoratori».
Nessun commento:
Posta un commento